Il luogo comune con cui l’Arboricoltore ha più a che fare riguarda la potatura; il fatto che tale pratica sia in grado di migliorare lo stato di salute degli esemplari arborei, sempre e comunque, e che quindi essi vadano ciclicamente potati, è un grossolano errore.
Probabilmente sono convinzioni derivanti dal settore agricolo, nel quale, le potature annuali degli alberi da frutta hanno l’obiettivo di garantire certi standard quali-quantitativi della produzione. Questo non ha nulla a che fare con le corrette pratiche di gestione degli alberi urbani. Tali credenze vengono spesso sostenute da operatori privi di preparazione tecnica adeguata, di sensibilità e rispetto verso il patrimonio vegetale, di deontologia professionale.
Con la potatura si attua la selezione delle ramificazioni, per cui vengono eliminate delle porzioni di chioma e con essa una gran quantità di foglie che rappresentano l’organo fondamentale con cui l’albero sintetizza l’energia che gli serve per vivere, attraverso il complesso processo fisiologico chiamato fotosintesi. La rimozione dei rami e delle foglie tramite la potatura, quindi, rappresenta sempre uno stress per l’albero, il quale si trova privato di una porzione importante di “massa fotosintetizzante” e con una gran quantità di tagli a legno, di superficie variabile, da dover “riparare”. La pianta dovrà impegnare molta energia per produrre di nuovo le foglie di cui ha bisogno e per chiudere (o meglio, compartimentare) le ferite provocate dai tagli di potatura, che espongono il legno interno della pianta alla moltitudine di agenti potenzialmente patogeni come funghi e batteri. Questo può portare alla defezione di una rilevante parte dell’energia deputata alla naturale difesa dai patogeni: semplificando, può portare all’indebolimento del “sistema immunitario” dell’albero. Gli alberi di città, quindi, vanno potati solo se veramente necessario.
Il tipo di potatura che si deve operare (per es. di allevamento, di cura e mantenimento, di contenimento dimensionale, di risanamento, in forma obbligata), è strettamente legata alle finalità da raggiungere e queste devono essere ben definite prima di programmare qualsiasi intervento. In molti casi non esiste nessun motivo tecnicamente valido per potare degli alberi.
Floema studio propone un Progetto di potatura strutturato da:
- analisi del contesto in cui sono inseriti gli alberi e delle funzioni (servizi ecosisitemici) da essi svolte;
- analisi degli esemplari arborei: stadio fisiologico, condizioni fitopatologiche e biomeccaniche;
- analisi degli obiettivi da perseguire;
- elaborazione di un programma di lavoro in cui vengono individuate le tecniche e i mezzi più idonei per il raggiungimento degli obiettivi, le modalità operative e il cronoprogramma degli interventi da attuare (necessario per esempio nel recupero pluriennale di alberi capitozzati- link→ capitozzatura), che sono spesso integrati da prescrizioni agronomiche di altro tipo (consolidamenti, miglioramento e rigenerazione di suoli);
- elaborazione di un programma di lavoro che affronta tutti gli aspetti inerenti la sicurezza sul lavoro come piano delle emergenze, utilizzo D.P.I., ecc. (secondo la normativa vigente, D.Lgs 81/08).
In fase di sopralluogo si recepisce la richiesta del cliente e si valuta se essa ha dei fondamenti tecnici o meno. Per esempio, ridurre l’altezza di una pianta sana solo perché ha superato il tetto della casa non ha alcun fondamento tecnico e rappresenta uno dei casi in cui viene comunicata l’inutilità e la dannosità dell’intervento richiesto, per cui generalmente ne viene sconsigliata l’attuazione.