Approfondimenti per l’indagine di stabilità

Analisi strumentali

Significativa anomalia alla base di un’esemplare di Pinus pinea

Dopo un’accurata analisi visiva si può ritenere opportuno di approfondire l’indagine tramite analisi strumentali.

Le strumentazioni più utilizzate oggi sono le seguenti.

1) Il martello sonico misura la velocità con cui un’onda sonora, prodotta dalla percussione di un sensore, posizionato nel tronco, si propaga nel fusto e raggiunge un secondo sensore in posizione diametralmente opposta. Le condizioni di densità e umidità interne del legno influenzano la velocità di propagazione dell’onda, quindi in presenza di un’alterazione come una carie l’onda sarà rallentata. Questo strumento fornisce solo un dato qualitativo, non è in grado cioè di quantificare l’entità dell’alterazione, ma nell’analisi in quota può fornire un buon supporto ed è maneggevole.

Martello sonico

2) La tomografia sonica si basa sugli stessi principi del martello sonico appena descritto e ne è l’evoluzione tecnologica. Si posizionano un numero variabile di sensori (da 6 a 36) lungo la circonferenza del fusto i quali sono collegati tra loro. Con un software specifico viene elaborata un’immagine planimetrica, relativa alla sezione del fusto indagata, in cui colori diversi rappresentano zone a velocità di diffusione sonica diversa. Ciò viene interpretato dal tecnico esperto che stima l’estensione dell’area degradata.

Tomografia sonica

3) La tomografia elettrica misura le proprietà elettriche (resistività e conducibilità) di una certa sezione fornendo anch’essa una rappresentazione planimetrica della distribuzione dei valori. I dati forniti, interpretati dal tecnico esperto, possono fornire informazioni in grado di riconoscere una cavità (alta resistività) da una carie (alta conducibilità). Questo esame può essere utilizzato in associazione alla tomografia sonica per fornire indicazioni più accurate.

Tomografia sonica ed elettrica in sinergia

4) La prova dendropenetrometrica fornisce la misura della resistenza che il legno oppone alla penetrazione di un ago di acciaio che ruota a diverse velocità (modulabile in base alle specie indagate) all’interno delle fibre. Lo strumento produce un grafico (dendrogramma) che consente di stimare la presenza e l’estensione di eventuali zone di tessuti degradati.

Esempio di dendrogramma

5) La prova di trazione (pulling test) è un’analisi statica, non invasiva che, mediante la simulazione dell’azione del vento sulla chioma dell’albero, fornisce dei dati la cui interpretazione permette di dare un giudizio sulla propensione al cedimento della zolla radicale (scalzamento) e del fusto (rottura).

Schematizzazione della prova di trazione

Indagini di stabilità in quota

Quando il tecnico che sta effettuando l’analisi di un albero (per valutarne la stabilità, le condizioni fitosanitarie o per progettare un consolidamento) non è in grado di acquisire tutta una serie di informazioni dettagliate, necessarie allo svolgimento corretto dell’analisi stessa, può prescrivere (o effettuare se ne ha i requisiti necessari) un approfondimento in quota.

L’indagine in quota si applica in casi particolari, per alberature di grandi dimensioni ed inserite in contesti in cui, per esempio, il rischio legato alla presenza dell’albero, di cagionare danni a persone o cose, risulta concreto.

Potersi avvicinare alle branche e ai rami salendo alla loro altezza, inoltre, permette al tecnico di poter pianificare con maggiore cognizione gli eventuali interventi colturali, prescritti dallo stesso, atti a mitigare il rischio suddetto.

Grazie all’esperienza maturata durante gli anni di lavoro in treeclimbing ho acquisito la capacità di accedere e muovermi all’interno delle chiome degli alberi di grandi dimensioni; laddove reputato più funzionale, viene utilizzata le PLE (piattaforme di lavoro elevabili).

Ispezioni radicali

In alcuni particolari casi si può approfondire l’indagine con l’osservazione di una parte dell’apparato radicale mediante la rimozione della terra superficiale con aria compressa (Air Spade). L’operazione è da valutare con molta prudenza, in quanto, anche se non vengono danneggiate le radici, la rimozione della porzione terrosa altera significativamente i delicati equilibri creati nel tempo, tra la moltitudine di organismi presenti all’interno della zolla radicale.