Dare un giudizio sulla stabilità di un albero vuol dire assumersi una responsabilità.
L’approccio utilizzato ha fondamenti tecnico-scientifici che derivano dallo studio della botanica, della patologia vegetale, dell’entomologia, della fisiologia vegetale, della biomeccanica, il tutto applicato all’albero in città.
Il cosiddetto V.T.A. (Visual Tree Assessment) è l’approccio metodologico da tempo comunemente riconosciuto che individua questo tipo di indagini. Più recentemente l’International Society of Arboriculture ha codificato delle norme di buona pratica universalmente riconosciute, scegliendo la dizione Tree Risk Assessment in cui far confluire metodiche condivise a livello internazionale per la valutazione di stabilità degli alberi.
In ogni caso, la base della valutazione fitostatica è l’analisi visuale e cioè l’osservazione, l’interpretazione e la descrizione dei segnali, sintomi, anomalie che gli alberi e le loro parti evidenziano e che possono avere una qualche connessione con un potenziale cedimento strutturale.
Se reputato necessario, si ricorre ad approfondimenti diagnostici strumentali.
Alla presenza dell’albero è indissolubilmente legata una porzione di rischio (come è per l’utilizzo dell’automobile o dell’aeroplano, per i quali si accetta il rischio in cambio dei benefici forniti). Non ha quindi senso parlare di “messa in sicurezza” per ciò che riguarda gli alberi, perché, essendo esseri viventi, in continuo mutamento, il rischio residuo ad essi legato, e al loro contesto, non può essere annullato. Il ruolo del tecnico esperto è quello di ridurre al minimo tale rischio mediante la prescrizione di interventi di cura. L’abbattimento viene prescritto nei casi in cui gli interventi colturali non risultino idonei a ridurre sufficientemente il rischio di subire un danno da parte delle persone e le cose.